Serata di racconti - Gennaio 2011




Cari amici, ecco il blog di nuovo in funzione.

Vi metto qui di seguito una prima traccia della serata, con i materiali che per ora mi pare si possano utilizzare. Le parti che non sono di Baliani le ho scritte io e possono essere una traccia per chi porterà quella parte.

Penso che la cosa migliore sarà dividersi le parti, siano esse testo, poesia o racconti, portando coralmente tutto il percorso.

Magari la poesia della pietra si può fare a due voci.

Quando avremo messo tutti i materiali valuteremo la durata. Ovviamente le cose che avevate proposto e che io non ho inserito non sono escluse: il percorso è ancora un work in progress in cui possiamo andare ancora un po' a ruota libera.

Midrash

IL PASSAGGIO DEL MAR ROSSO
Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del territorio dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: "Che il popolo non si penta alla vista della guerra e voglia tornare in Egitto!". Dio fece deviare il popolo per la strada del deserto verso il Mar Rosso. Gli Israeliti, armati, uscirono dalla terra d'Egitto. 
Ma dovete sapere che il Faraone credeva che si sarebbero allontanati fino a una distanza di tre giorni di cammino nel deserto per offrire sacrifici al Signore, e pertanto li fece scortare dai suoi ufficiali perché, trascorso il tempo stabilito, li riportassero indietro. L'esodo ebbe inizio di giovedì, e la domenica successiva, quando s'accorsero che gli ebrei non si dedicavano affatto ai preparativi per il ritorno e anzi si organizzavano in previsione di una lunga sosta nel deserto, i soldati protestarono e li esortarono a tornare indietro. Gli ebrei sostenevano che il Faraone li avesse congedati definitivamente, ma gli ufficiali non s'accontentarono di quelle spiegazioni e dissero: « Che lo vogliate o meno, dovrete fare ciò che vi comandiamo». Tale arroganza risultò insopportabile agli israeliti, che aggredirono i soldati uccidendone alcuni e ferendone altri. I superstiti ripararono in Egitto e riferirono al sovrano di quell'atto di insubordinazione. Mosè, il quale non voleva che la partenza dall'Egitto del suo popolo fosse scambiata per una fuga, diede l'ordine di tornare a Pi-Airot. Di fronte a questa prospettiva i più sfiduciati si strapparono i capelli e le vesti per la disperazione, benché Mosè avesse rassicurato tutti che la parola di Dio li aveva resi liberi e non sarebbero mai più stati schiavi del Faraone.
Quando fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: "Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?". 
Si dice che a questo punto il Faraone, egli stesso un mago, profetizzò una tremenda disfatta per i figli d'Israele nel deserto, nonché la morte di Mosè e di tutta la generazione uscita dall'Egitto.
Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d'Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d'Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare;
A questo punto si racconta che alla vista dell'imponente schieramento egiziano che veniva loro incontro e delle truppe di rinforzo schierate a Migdol - più numerose della loro frotta di uomini, donne e bambini -, i figli d'Israele caddero in preda al terrore. Si rivolsero quindi a Mosè dicendo: «Che cosa ci hai fatto? Ora si rivarranno su di noi per tutto quello che è successo - la strage dei primogeniti, la nostra fuga con i loro beni -, ed è tutta colpa tua perché fosti tu a ordinarci di chiedere in prestito oro e argento ai vicini egiziani prima di partire».
La situazione dei figli d'Israele pareva disperata: davanti avevano il mare, dietro l'esercito egiziano e ai due lati le fiere del deserto.
Il popolo era combattuto, si formarono diversi partiti. Il primo propugnava di gettarsi tutti in mare e lì trovare la morte, il secondo caldeggiava il ritorno in Egitto, un terzo sosteneva di andare allo scontro col nemico, mentre un quarto riteneva opportuno spaventare gli egiziani producendo un insopportabile frastuono.
E dissero a Mosè: "È forse perché non c'erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall'Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: "Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l'Egitto che morire nel deserto"?". Mosè rispose: "Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli".
Ma si dice che anche Mosè si rivolse a Dio: «Sovrano del mondo!Mi sento come un pastore tanto imprudente che ha condotto il gregge sul ciglio di un precipizio e ora non sa più come riportarlo a valle. Il Faraone è alle calcagna d'Israele, mio gregge, a meridione c'e Baal-Sefon, a settentrione si prospetta Migdol e di fronte a noi c'e la distesa del mare. Sai bene, o Signore, che siamo di fronte a difficoltà insormontabili, fuori della portata delle umane possibilità: solo Tu puoi procurarci la salvezza da questa armata che ha lasciato l'Egitto su tuo ordine. In Te solo confidiamo, disperando d'ogni altra risorsa: se una via di scampo esiste, sarai Tu ad aprirla per noi». Ma Tetragramma Sacro troncò le fervide suppliche di Mosè: 
-«Mosè, i miei figli sono alle strette: il mare ostruisce loro la strada: hanno il nemico alle calcagna. Perché te ne stai qui a pregare? I miei figli ti hanno già preceduto con le loro suppliche e non ti resta ormai altro da fare che levare il tuo bastone e stendere il braccio sul mare, sì da dividerne le acque».
Mosè replico: «Tu che mi comandi di dividere il mare e ridurlo in terra asciutta nel mezzo hai pure "posto la sabbia come argine al mare" (Geremia, 5, 22)». II Signore disse allora a Mosè:
«Non hai dunque letto l'inizio della Torah, dove dico: "Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un sol luogo e appaia l'asciutto" (Genesi 1, 9)? Prendi dunque il bastone che ti ho assegnato, recati presso il mare come ti comando, e dì: "Sono il messo inviato dal Creatore del mondo! Apri il tuo corso, o mare, per i miei figli, sì che possano attraversarti all'asciutto"».
Mosè parlo dunque al mare come il Signore gli aveva ordinato.
Ma questi obiettò: «Non obbedirò alle tue parole perché tu sei soltanto un uomo nato di donna. E inoltre io sono di tre giorni più anziano di te, caro uomo, perché il Signore mi fece il terzo giorno della creazione, mentre tu fosti fatto soltanto il sesto».
Mosè riferì al Signore senza alcun indugio quel che il mare gli aveva replicato, e l'Eterno concluse: «Mosè, che cosa fa un padrone con il servo recalcitrante?».
«Lo picchia con il bastone » rispose Mosè.
«Esattamente!» confermò l'Eterno. «Leva dunque il tuo e distendilo sopra il mare, sì da dividerlo».
Mosè alzo pertanto il suo bastone, creato al principio del mondo e recante incisi a chiare lettere l'eccelso Nome ineffabile, i nomi delle dieci piaghe d'Egitto e quelli dei tre patriarchi, delle quattro matriarche e delle dodici tribù di Giacobbe: impugno quello strumento e lo stese sul mare.
Questo si ostinava pero nella sua empietà, tanto che Mosè implorò il Signore che impartisse lui stesso l'ordine, ma Egli rifiuto dicendo: «Se comandassi Io al mare di dividersi, non tornerebbe più come prima. Sii tu a pronunciare la mia ingiunzione, affinché non resti asciutto per sempre. Lascerò che t'accompagni un'aura della mia potenza, che lo costringerà all'ubbidienza». 
Appena il mare vide l'aura della potenza divina alla mano destra di Mosè, scongiurò la terra: «Dammi riparo, ch'io possa nascondermi dal cospetto del Sovrano di tutte le creature, sia Egli benedetto».
Visto il terrore che incuteva sul mare, Mosè gli disse: «Per un giorno intero ti ho parlato su comando del Santo, che voleva che ti dividessi, ma ti sei rifiutato di ascoltarmi, e nemmeno il mio bastone ha vinto la tua ostinazione. Ora che cosa e successo che ti dai alla fuga?». II mare allora rispose: «Scappo non da te ma dal Signore del mondo, che il Suo Nome sia magnificato in tutta la
terra.
 Poi le acque del Mar Rosso si divisero e insieme a esse si divise ogni acqua in cielo e in terra, e i figli d'Israele entrarono in mezzo al mare sulla terra asciutta; e le acque formavano come un muro
alla loro destra e alla loro  sinistra.
Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri". Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
Ma questo non fu che il primo dei dieci miracoli verificatisi durante il passaggio del Mar Rosso da parte d'Israele. Ecco gli altri: le acque del mare si unirono a formare sopra le loro teste delle volte tracciando dodici sentieri - uno per ciascuna tribù -, e diventarono trasparenti come vetro, per cui ognuna di esse riusciva a scorgere le altre durante il cammino. La terra rimase asciutta finche non fu calpestata dagli egiziani, che allora si trasformò in molle argilla e le pareti liquide divennero roccia, contro la quale essi andarono a sbattere, perdendo la vita, mentre di fronte agli israeliti la pietra si era sbriciolata. Nel mare salmastro scorreva un fiume d'acqua dolce al quale le tribù poterono attingere l'acqua. Il decimo miracolo, infine, fu che non appena gli israeliti ebbero placato la propria sete, quell'acqua s'occulto negli abissi.
Ma i prodigi non erano finiti: il mare offrì in quel momento ai figli d'Israele tutto ciò che desideravano: se un bambino piangeva in grembo alla madre, a costei bastava allungare una mano per cogliere una.mela o un altro frutto per quietare il figlioletto. Le acque, inoltre, svettarono sino a un'altezza di seicento miglia e furono visibili a tutte le nazioni della terra. Il grande miracolo del passaggio attraverso il Mar Rosso ebbe luogo alla presenza dei tre patriarchi e delle sei madri, che Dio resuscitò dalle tombe e portò sino a quelle rive, affinché fossero testimoni delle meraviglie prodotte in onore dei loro discendenti.